E l’eco rispose di Khaled Hosseini – Recensione

indexA dir la verità sono un poco riluttante a leggere best sellers, penso che in fondo entreranno nella coscienza collettiva e qualcosa di essi arriverà anche a me, prima o poi, ho altro da leggere che mi attira maggiormente e il tempo è sempre troppo poco. Questa volta, invece, l’ho fatto, semplicemente perchè una persona a me cara, entusiasta di questo scrittore, me ne ha regalata una copia con dedica. Glielo dovevo. Volutamente mi sono astenuta dal leggere recensioni, critiche, lodi o qualsiasi cosa riguardasse l’autore, lo so non è un metodo ortodosso. Inizio di lettura: una vita lontana dalla nostra cultura, eppure vicina per le sue nascite, disgrazie e morti che si consumano ciclicamente, come è della vita, in particolare, di una vita grama; due fratelli,  Abdullah e Pari, orfani di madre morta di parto, che vengono separati in nome di una vita migliore. La vita da Shadbagh, il loro villaggio di origine, a quella in città a casa del ricco signor Wahdati e signora. Il segreto di Abdullah, mi ricorda quelle vecchie fiabe che i bambini scafati di oggi sentono di striscio.  E’ la storia di due mondi che si accavallano ciclicamente, lontani eppur vicini, con puntate a Parigi e in America e la sua ricostituzione a Kabul, l’anello si richiude nel punto da cui si era ripartiti. Ci sono figure semplici, quasi primordiali nell’attaccamento alla terra e alla fatica, stanche, rassegnate e figure sofisticate e depresse, schiacciate dalla loro stessa inconsistenza. Quando tutti si ritrovano, superstiti degli antichi dolori, sono come diversi, nuovi, il dolore del passato ha risparmiato i figli sparpagliati in un mondo diventato improvvisamente piccolo, come quel villaggio lontano nel tempo chiamato Shadbagh.